mercoledì 30 aprile 2008

Deriva02 • Longo, Marvardi, Migliore

Quando si parte per un viaggio ci si munisce di cartina o navigatore stradale per evitare di perdersi e perdere tempo e invece, questa volta, ci troviamo in stazione, aspettando il treno, consapevoli che dovremo perderci. Il traffico per strada e la ricerca del parcheggio, quella mattina, avevano preso più tempo del previsto ma FORTUNATAMENTE il treno è in ritardo di 15 minuti! Decidiamo così che sarà questa fortunata coincidenza di ritardi a decidere la nostra destinazione. Addizioniamo le cifre e prendiamo sulla cartina il sesto quadrato (5 +1 =6 ) alla lettera “F”, la sesta dell’alfabeto. Guardiamo al centro del quadrato: PORTA PORTESE. Un posto conosciuto rinomato anche per la canzone omonima (“porta porteeeeseeeeee…”). Bisogna attraversare il Tevere per arrivare lì e pensavamo di trovare un posto pieno di gente.

In treno studiamo come raggiungere il luogo: metro B fino a Piramide e autobus 3 per 3 fermate. Non sembra difficile.

Arrivati a Piramide cerchiamo la fermata del 3 ma nelle vicinanze nessun cartello riporta il numero dell’autobus che cerchiamo. Ricontrolliamo la cartina ma è proprio il 3 quello che cerchiamo quindi chiediamo e ci mandano “oltre il castello”. Ci sono tre possibili fermate… bisogna solo capire il senso di marcia! Proviamo ad aspettare un po’ ma del 3 neanche l’ombra. Attraversiamo la strada ed ecco che il 3 spunta dall’altra parte proprio dove eravamo noi! Che corsa ma almeno siamo quasi arrivati.

1° fermata

2° fermata

3° fermata

Arrivati… un incrocio. Ecco cos’è il nostro punto d’arrivo: nient’altro che un incrocio. Siamo un po’ delusi.

Quello che vediamo è questo.



Ci avviamo verso le bancarelle che si sono intraviste dal bus e non c’è altro se non accessori per moto, biciclette e tutto ciò che abbia due ruote. Non un’anima in giro ma solo macchine di passaggio.

E pensare che la fontana di Trevi era così artistica e piena di gente! Peccato aver sbagliato la modalità della scelta del luogo la prima volta!

Pensandoci bene è come se ci fossimo persi nello stesso percorso che stiamo facendo. Ovvero: siamo andati fuori da ciò che ci era stato richiesto quindi ci siamo persi.

La fontana era così piena di turisti che a malapena riuscivi a camminare ed eri certo che saresti comparso almeno in una delle tante foto che stavano facendo.

A Porta Portese, invece, il nostro passaggio sarebbe stato dimenticato il giorno stesso.

Riprendiamo l’autobus e la metro. Ora siamo in piazza di Spagna “mi sento a casa in questo posto conosciuto!”

È incredibile come nella stessa città (a noi sconosciuta) riusciamo a sentirci allo stesso tempo disorientati e “a casa”.

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