In treno studiamo come raggiungere il luogo: metro B fino a Piramide e autobus 3 per 3 fermate. Non sembra difficile.
Arrivati a Piramide cerchiamo la fermata del 3 ma nelle vicinanze nessun cartello riporta il numero dell’autobus che cerchiamo. Ricontrolliamo la cartina ma è proprio il 3 quello che cerchiamo quindi chiediamo e ci mandano “oltre il castello”. Ci sono tre possibili fermate… bisogna solo capire il senso di marcia! Proviamo ad aspettare un po’ ma del 3 neanche l’ombra. Attraversiamo la strada ed ecco che il 3 spunta dall’altra parte proprio dove eravamo noi! Che corsa ma almeno siamo quasi arrivati.
1° fermata
2° fermata
3° fermata
Arrivati… un incrocio. Ecco cos’è il nostro punto d’arrivo: nient’altro che un incrocio. Siamo un po’ delusi.
Quello che vediamo è questo.
Ci avviamo verso le bancarelle che si sono intraviste dal bus e non c’è altro se non accessori per moto, biciclette e tutto ciò che abbia due ruote. Non un’anima in giro ma solo macchine di passaggio.
E pensare che la fontana di Trevi era così artistica e piena di gente! Peccato aver sbagliato la modalità della scelta del luogo la prima volta!
Pensandoci bene è come se ci fossimo persi nello stesso percorso che stiamo facendo. Ovvero: siamo andati fuori da ciò che ci era stato richiesto quindi ci siamo persi.
La fontana era così piena di turisti che a malapena riuscivi a camminare ed eri certo che saresti comparso almeno in una delle tante foto che stavano facendo.
A Porta Portese, invece, il nostro passaggio sarebbe stato dimenticato il giorno stesso.
Riprendiamo l’autobus e la metro. Ora siamo in piazza di Spagna “mi sento a casa in questo posto conosciuto!”
È incredibile come nella stessa città (a noi sconosciuta) riusciamo a sentirci allo stesso tempo disorientati e “a casa”.
Nessun commento:
Posta un commento