Mi sono presentata a Largo Argentina con alcuni punti interrogativi oltre a quelli riguardanti esclusivamente la deriva: come mi troverò a lavorare con delle persone che ho visto a malapena una volta? E soprattutto sarò capace di lavorare in gruppo ad un lavoro che mi sembra così individuale?
Fortunatamente questa deriva è servita a rispondere ad entrambi ed in modo positivo; è stato molto interessante conoscersi mentre cercavamo di cogliere lo spirito della situazione, senza sapere ancora quali fossero i punti comuni tra di noi.
Credo che parte di questa esperienza sia stato non solo adattare la mia visione della città a quella delle persone pedinate ma anche adattare il mio modo di gestire quest’esperienza insieme ad altri modi di gestirla, che non conoscevo. Certo, non è la prima volta che lavoro in gruppo e c’è sempre un periodo di ambientazione, però ho trovato divertente che questo coincidesse con un tipo di lavoro che richiedeva il lasciarsi andare ad una situazione non controllabile.
Quello che poi mi ha colpito, per quanto riguarda il pedinamento, è stato il vivere una parte di Roma che conosco, seguendo un percorso dettato dalle volontà di un’altra persona, che si vive quel luogo in maniera diversa dalla mia. E’ stato divertente poi scoprire angoli che non avevo mai visto pur avendo frequentato la zona, scoprire lo “spaccio del latte” che mi ha fatto ricordare quanto è bello vivere in una città come Roma e ritrovarsi per caso davanti ad un posto che non avevo mai notato, che probabilmente ha avuto una sua importanza in un determinato periodo storico e che lascia il suo segno rimanendo perfettamente integrato nel nuovo contesto.
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