Appuntamento a casa di Marta (quartiere Monte Sacro)
L’appuntamento è a casa di Marta perché è relativamente vicina a tutte e quattro.
Gli oggetti che abbiamo portato sono essenzialmente macchine fotografiche e cartine, quaderni e penne.
Prima di avventurarci per Roma decidiamo in quale modo possiamo sfidare la sorte. Apriamo una cartina molto grande di Roma e lasciamo cadere sopra una penna. Il segno fatto dalla penna sarà la nostra meta.
La zona da esplorare è Primavalle – Pineta Sacchetti.
Stampiamo una mappa più dettagliata della zona e con lo stesso metodo della penna scegliamo un punto più circoscritto.
Ore 10.20
Partenza direzione piazza Clemente XI.
Optiamo per prendere la tangenziale ma non prima di perderci nelle vie interne del quartiere di partenza in preda all’ eccitazione pre-partenza!
La tangenziale non ci offre molti spunti di riflessione e durante il percorso l’unica cosa che ci colpisce è la sterminata galleria che ci accompagna per buona parte del viaggio.
Dopo aver seguito le indicazione per Pineta Sacchetti ci ritroviamo proprio a percorrere l’omonima via; proseguiamo per via M. Battistini.
Da lì ci rendiamo conto che forse sarebbe stato meglio addentrarci nelle vie interne e così giriamo per via San Cleto Papa. La percorriamo tutta fino ad arrivare alla famosa Via dei Monti di Primavalle dove ci ritroviamo proprio nella piazza che stavamo cercando senza volerlo. Parcheggiamo.
Attrezzate di tutto punto scendiamo dalla macchina e iniziamo a fotografare la piazza. Ben presto ci ricordiamo che in realtà dobbiamo basarci sui quattro punti cardinali. In assenza di bussola l’unica soluzione che ci viene in mente è quella di far riaffiorare dei vaghi ricordi di geografia astronomica ,così da poterci affidare alla posizione del sole per determinare nord, sud, ovest e est.
Era quasi mezzogiorno così il sole trovandosi quasi allo zenit….
NORD
SUD
OVEST
EST
Arrivate alla piazza fulcro del quartiere notiamo alcuni negozi che hanno l’aria di essere lì da tempo: calzolaio, latticini drogheria, sala giochi. Incuriosite decidiamo di andare subito a intervistare i proprietari.
Nell’alimentari la proprietaria ci spiega che quello era l’unico negozio di quel tipo rimasto autentico fin da Sessant’ anni fa. Ora gli alimentari sono stati superati e sostituiti dai tre supermercati della zona.
Il calzolaio ci da molte più informazioni per quanto riguarda l’architettura del quartiere e ci dice che è stato costruito dal 1935 al 1937 come quartiere istituto durante il fascismo, per i soldati.
Infatti, notiamo che alcuni palazzi conservano elementi tipici dell’architettura fascista.
Il negozio in questione invece è del 1938, mentre la chiesetta e la fontana sono successive. La prima del ’54 mentre la fontana del ’52.
In questa zona c’era molto più verde e ci si spostava in bicicletta anche perché solo un autobus, il 46, collegava al resto della città.
A questo punto arrivano altri personaggi “tipici” del posto: vecchietti malinconici che ricordano contenti il periodo del regime in cui erano balilla e tutto andava bene, c’era ordine etc.
Inevitabilmente sorge un dibattito politico acceso, visto anche l’attuale periodo che sta vivendo il nostro paese.
Ci raccontano che si usava mangiare tutti insieme con i tavoli in mezzo alla strada ed effettivamente non è difficile immaginare che fosse così visto il clima familiare che sentiamo e che constatiamo vedendo il calzolaio abbandonare il suo negozio senza preoccuparsi minimamente di chiuderlo.
Arriva anche il gatto, Bonantonio,che completa quello che sembra un contesto di paese.
Ci sembra incredibile aver trovato casualmente un angolo di Roma così “romano” e contemporaneamente così lontano dalla concezione di grande metropoli e di vita moderna.
Li salutiamo ringraziandoli e veniamo ricambiate con un : “Votate con coscienza”.
Federica Caretta, Marta Fava, Teresa Gallo, Livia Massaccesi
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