mercoledì 30 aprile 2008

Deriva01 • Mastrantoni, Morelli, Pezzella

Pedinamento01

IL NANO MALEFICO

Appuntamento alla feltrinelli per scegliere l’uomo da seguire.
Dopo qualche minuto individuiamo il nostro uomo (forse uomo non è il termine giusto): un nano vestito con un pantalone scuro e una giacca di colore verde che gli arriva fino alle ginocchia. Il nostro “uomo” cammina a passo svelto e a testa bassa, conosce la città dato che non si ferma dinanzi ad un disabile e davanti ad un bravo violinista fermi nei pressi del giornalaio in largo dell’arenula. Il “nano” conoscendo la zona cammina in un labirinto di strade tanto che facciamo fatica a seguirlo, da largo dell’arenula prosegue per via S.Elena, poi gira per via dei falegnami e si ferma a fare spesa in un Mini-Market. Notiamo che nella spesa vi è un mini fiaschetto di vino e delle pringless formato mini… [mah forse sarà un caso data la statura del pedinato] ... dopo qualche minuto di strada arriviamo in Piazza Mattei dove il “pedinato” si ferma davanti ad un portone per salutare la sua “bella”… [che poi non era tutta questa bellezza].
Mentre ci accingiamo a giungere verso Piazza Morgana il “pedinato” si asciuga il sudore, rallenta il passo,controlla la spesa del mini-market e riceve una telefonata sospetta:

N: "ciao…"
X: "Ciao mah..."
N: "Dimme…"
X: "Per oggi me poi aiuta'?..."
N: "Nun lo so… aspe' famme pensa'… però ne devi prende almeno 20 de grammi…"
X: "Nun c’è problema ne pijo pure de più…"
N: "Dimme quante ne voi vedo che se po' fa'…"
X: "30..."
N: "Se vedemo a piazza Mattei alle cinque puntuale me raccomannno…"
X: "Nun te preoccupa nano se vedemo là…ciao"
N: "bellaaaa…."

Dopo questa telefonata tra Mr.X e il nostro pedinato abbiamo continuato a pedinarlo fino a quando arrivato in via della Tiburtina di Tor di Spechi entra dentro un portone….avremmo voluto presentarci anche noi a Piazza Mattei alle 16 ma nel pomeriggio avevamo lezione con il prof. Falcinelli….peccato la storia cominciava a sembrare un tipico film poliziesco americano ambientato nella capitale…..



Pedinamento02

SUPERCICCIO

Usciti da via Tiburtina Di Tor Di Specchi incontriamo il nostro secondo “uomo”….un tipo distinto in abito scuro di velluto con 40 gradi all’ombra portava con se anche un ombrello, mah……
Sale le scale del campidoglio con un andamento affannoso, forse il suo peso non l’ho aiuta; risponde ad una telefonato dopo che il telefono squillava già da molto e inoltre litiga sia con il suo interlocutore che con il telefono stesso…..approccio negativo con la tecnologia…..termina la telefonata e dopo 10 min. riesce a finire la scalinata e arriva nella piazza antistante il campidoglio….capisce di essere osservato, si guarda intorno, effettua veroniche, doppi passi e finte di corpo per disorientarci….forse ha avuto un passato da calciatore ma non osiamo pensarlo data la sua stazza mastodontica…si innervosisce e entra in una stanza per chiamare forse i carabinieri infatti ci allontaniamo un po’ da lui….esce da questa stanza e entra in un altro luogo e saluta tutti con pacche sulla spalle…forse è qualcuno d’importante….aspettiamo la sua uscita ma purtroppo non esce e dobbiamo cambiare di nuovo persona…DOH!!!!!!!!........



Pedinamento03

L’IRLANDESE

Mancano15 minuti al termine dell’esercitazione e scegliamo l’ennesima persona da pedinare.
Il personaggio dalla ampia muscolatura presenta un look molto particolare, come dire un look particolarmente esoso:t-shirt rosa, jeans a vita bassa, infradito e un occhiale nero d’altri tempi…
Ci siamo spostati dal campidoglio verso via del campidoglio che ci fa scorgere il magnifico scenario dei fori imperiali….il nostro personaggio invece di guardare le maraviglie sottostatanti o fissa un muro o guarda il precipizio sottostante….secondo noi il sta trascorrendo una crisi amorosa….sarà stato abbandonato dalla sua anima gemella, dalla donna della sua vita o da l’uomo della sua vita….non sta a noi saperlo ma dal look crediamo che è stato abbandonato dall’uomo della sua vita….ma non osiamo chiedergli nulla perché potrebbe prendersela….Tutto un tratto alza le punte come una ballerina verso la barriera che delimita il luogo dove eravamo e il precipizio…mentre noi pensiamo al gesto estremo che il nostro personaggio sta per compiere gli squilla il telefono……meno male…………risponde al telefono in modo allegro, è felice forse aspettava di ricevere quella telefonata……forse è il suo lui………dopo 5 minuti capiamo che il soggetto è irlandese perché invece ammirare le bellezze architettoniche sottostanti si apre una birra e comincia a cantare una canzone sulla festa in onore di S.Patrizio….il tempo a nostra disposizione è finito….questa esperienza ci ha fatto capire che nel mondo….ce n'è di gente STRANA...!!!!!!!

Deriva02 • Caretta, Fava, Gallo, Massaccesi

Ore 10.00
Appuntamento a casa di Marta (quartiere Monte Sacro)

L’appuntamento è a casa di Marta perché è relativamente vicina a tutte e quattro.
Gli oggetti che abbiamo portato sono essenzialmente macchine fotografiche e cartine, quaderni e penne.
Prima di avventurarci per Roma decidiamo in quale modo possiamo sfidare la sorte. Apriamo una cartina molto grande di Roma e lasciamo cadere sopra una penna. Il segno fatto dalla penna sarà la nostra meta.
La zona da esplorare è Primavalle – Pineta Sacchetti.
Stampiamo una mappa più dettagliata della zona e con lo stesso metodo della penna scegliamo un punto più circoscritto.


Ore 10.20
Partenza direzione piazza Clemente XI.

Optiamo per prendere la tangenziale ma non prima di perderci nelle vie interne del quartiere di partenza in preda all’ eccitazione pre-partenza!

La tangenziale non ci offre molti spunti di riflessione e durante il percorso l’unica cosa che ci colpisce è la sterminata galleria che ci accompagna per buona parte del viaggio.
Dopo aver seguito le indicazione per Pineta Sacchetti ci ritroviamo proprio a percorrere l’omonima via; proseguiamo per via M. Battistini.



Da lì ci rendiamo conto che forse sarebbe stato meglio addentrarci nelle vie interne e così giriamo per via San Cleto Papa. La percorriamo tutta fino ad arrivare alla famosa Via dei Monti di Primavalle dove ci ritroviamo proprio nella piazza che stavamo cercando senza volerlo. Parcheggiamo.

Attrezzate di tutto punto scendiamo dalla macchina e iniziamo a fotografare la piazza. Ben presto ci ricordiamo che in realtà dobbiamo basarci sui quattro punti cardinali. In assenza di bussola l’unica soluzione che ci viene in mente è quella di far riaffiorare dei vaghi ricordi di geografia astronomica ,così da poterci affidare alla posizione del sole per determinare nord, sud, ovest e est.



Era quasi mezzogiorno così il sole trovandosi quasi allo zenit….


NORD


SUD


OVEST


EST

Arrivate alla piazza fulcro del quartiere notiamo alcuni negozi che hanno l’aria di essere lì da tempo: calzolaio, latticini drogheria, sala giochi. Incuriosite decidiamo di andare subito a intervistare i proprietari.

Nell’alimentari la proprietaria ci spiega che quello era l’unico negozio di quel tipo rimasto autentico fin da Sessant’ anni fa. Ora gli alimentari sono stati superati e sostituiti dai tre supermercati della zona.
Il calzolaio ci da molte più informazioni per quanto riguarda l’architettura del quartiere e ci dice che è stato costruito dal 1935 al 1937 come quartiere istituto durante il fascismo, per i soldati.
Infatti, notiamo che alcuni palazzi conservano elementi tipici dell’architettura fascista.
Il negozio in questione invece è del 1938, mentre la chiesetta e la fontana sono successive. La prima del ’54 mentre la fontana del ’52.
In questa zona c’era molto più verde e ci si spostava in bicicletta anche perché solo un autobus, il 46, collegava al resto della città.




A questo punto arrivano altri personaggi “tipici” del posto: vecchietti malinconici che ricordano contenti il periodo del regime in cui erano balilla e tutto andava bene, c’era ordine etc.
Inevitabilmente sorge un dibattito politico acceso, visto anche l’attuale periodo che sta vivendo il nostro paese.





Ci raccontano che si usava mangiare tutti insieme con i tavoli in mezzo alla strada ed effettivamente non è difficile immaginare che fosse così visto il clima familiare che sentiamo e che constatiamo vedendo il calzolaio abbandonare il suo negozio senza preoccuparsi minimamente di chiuderlo.







Arriva anche il gatto, Bonantonio,che completa quello che sembra un contesto di paese.
Ci sembra incredibile aver trovato casualmente un angolo di Roma così “romano” e contemporaneamente così lontano dalla concezione di grande metropoli e di vita moderna.
Li salutiamo ringraziandoli e veniamo ricambiate con un : “Votate con coscienza”.



Federica Caretta, Marta Fava, Teresa Gallo, Livia Massaccesi

Deriva02 • Della Calce, Fabrizi, Kornblum






Est













Nord













Ovest















Sud









Perdersi a Via dell'olmata

Urbanistica della via e della zona
La via è piuttosto piccola, stretta ad un solo senso di marcia. E’ una traversa di Piazza Santa Maria Maggiore, una zona storica di cui l’architettura degli edifici risale a metà del XVII secolo. Vi è una forte contrapposizione tra i palazzi situati nelle vie principali e quelli nelle vie più piccole. I primi sfoggiano decorazioni tipicamente barocche, volute dalle ricche famiglie che li fecero edificare come simbolo di sfarzosità e potere, e attualmente restaurati e trasformati in Hotel di lusso, i secondi dall’aspetto più decadente e decorazioni più povere - ma probabilmente comunque lussuose ai tempi della loro edificazione. Tuttavia in queste vie secondarie non ci è sembrato si fosse cercato di rivalutare l’ambiente urbano, quasi che la sua decadenza fosse un sintomo di genuino valore dell’antichità storica del centro romano. Nonostante la posizione di centralità della zona, via dell’Olmata appartiene a questa categoria di stradine decadenti.



Attività nella via e nella zona
I numerosi spazi dei palazzi al pianterreno che generalmente sono riservati ai negozi presentavano saracinesche abbassate, ed in alcuni casi parevano del tutto abbandonati. Come una vecchia stamperia, con una porta di legno che faceva pensare ad una bottega, ed un’insegna esposta disegnata con un carattere tipografico ed una composizione grafica che in tutto la facevano sembrare della prima metà del ‘900. E’ risultato lampante dall’osservazione dei citofoni che il suolo della via fosse reputato ben più redditizio per l’affitto dei palazzi ad uso uffici. Numerose agenzie dei tipi più particolari: agenzie archeologiche, di investigazione, agenzie per il lavoro, numerosissimi uffici comunali e statali: Agenzia delle Dogane, Ministero dell’Interno, Caserma dei carabinieri, Associazione Paracadutisti, centro amministrativo dell’Esercito Italiano. Tutti dislocati su via dell’Olmata e nelle viette che si diramano al suo seguito.
nel nostro esame della zona che è proseguito nelle vie dei dintorni abbiamo individuato anche due scuole superiori
Una casa per studenti e un pub irlandese ci ricordano la vicinanza a Termini e ad altre stazioni della metropolitana, sebbene durante la nostra permanenza non siano passati turisti in via dell’Olmata. L’idea che via dell’Olmata fosse più una via nota ad un fruitore esperto ci è giunta anche dalla presenza di un negozio di liturgia, chiaramente basato su una clientela fissa o comunque un target di nicchia. Ben diversa la situazione nelle vie principali, quali via Cavour o in prossimità della Chiesa di Santa Maria Maggiore, dove numerosi ristoranti, negozi di souvenir, hotel dominavano per la maggiore.
Passando davanti la scuola materna Baccarini, poco distante da via dell’Olmata, abbiamo incrociato una popolazione multietnica, segno della varietà di etnie degli abitanti della zona.

Deriva01 • Della Calce, Fabrizi, Kornblum

Arrivati a Largo Argentina attraversiamo la strada e andiamo dal lato opposto rispetto a noi.
Scorgiamo qui il soggetto del pedinamento: una famiglia di turisti armati di fotocamera, resi facilmente riconoscibili dallo zainetto arancione fosforescente del papà.
Ammirano i resti dell'area sacra cercando di capire cosa fossero in tempi antichi. Scattano qualche foto convinti (ma neanche tanto) che comunque siano una cosa che valga la pena essere vista.
Quindi si incamminano, guardando la loro cartina (poichè non intendono perdersi), per Via dei Cestari.

Trovano un negozio che attira la loro attenzione. E' Dolmen, un negozio di arredo e oggetti di design. Guardando dalla vetrina pensano che quel tavolo starebbe bene nella loro sala da pranzo ma non possono portarlo con l'aereo.

Continuando sulla strada incontrano la basilica di S. Maria sopra Minerva. Fotografano la basilica e il piazzale, ma non si avvicinano per guardarla attentamente, ne hanno già viste tante di queste chiese. “Per oggi basta” si dicono.

Più avanti passano fiancheggiano il Pantheon ma trovano più interessante StereoSound un negozio di dischi e strumenti musicali. Poi finalmente la mamma sembra felice entrando in un negozio di biancheria poco più in là. Il papà resta fuori e da uno sguardo alla piazza. Quando escono li perdiamo tra la folla a Piazza della Rotonda.

Così scegliamo di seguire il primo che si allontana dalla piazza con una fotocamera in mano. Ma non è solo, anche lui segue qualcuno, la guida turistica, la quale conoscendo bene il posto accompagna la comitiva alla gelateria Della Palma. Qui il pedinato, stanco della giornata passata a Roma, si gode il suo gelato. Qualche minuto dopo la comitiva si sposta e arriva alla fermata dell'autobus di fronte alla Feltrinelli, aspettando il mezzo che li porterà all'hotel per un meritato riposo.


Deriva02 • Libralato, Milano, Pallante













Per la seconda deriva ci siamo affidati al caso, abbiamo tirato a sorte per chi dei tre dovesse “scegliere” il luogo di partenza per “perdersi”, dopo di che abbiamo portato il sorteggiato davanti alla piantina di Roma il quale bendato ha posizionato a caso il dito indice su un luogo di Roma ed è uscito come punto di partenza per “perdersi” la fermata della metropolitana di Lepanto, da qui abbiamo cominciato a vagare senza meta in quanto nessuno di noi era mai stato in quella zona.
Per scegliere la direzione da prendere ad ogni incrocio, ci siamo affidati all’uso di una monetina che ci indicasse se andare verso destra o verso sinistra.
Il percorso effettuato è stato il seguente:
Arrivati a Lepanto abbiamo proseguito dritti in via Marcantonio Colonna fino al secondo incrocio dove usufruendo della nostra monetina abbiamo svoltato a destra in via Pompeo Magno e abbiamo proseguito sempre dritti fino ad arrivare in piazza dei Quiriti per poi svoltare a destra in via Duilio e poi a sinistra in via degli Scipioni continuando sempre dritti fino alla seconda traversa, dove abbiamo svoltato a sinistra in via Fabio Massimo, punto nel quale ci siamo fermati e abbiamo scattato le foto ai quattro punti cardinali.



Nord



Sud



Est



Ovest



Via di Fabio Massimo è una zona piuttosto tranquilla di Roma, appena arrivati decidiamo subito di prenderci un bel pezzo di pizza visto l’orario e la fame, entriamo nella pizzeria che abbiamo di fronte, il proprietario è piuttosto simpatico, ci domanda se vogliamo magiare li o se deve incartare i pezzi di pizza, allora gli spieghiamo che siamo degli studenti dell’università La Sapienza di Roma, e gli chiediamo dopo aver illustrato il nostro lavoro se possiamo fargli qualche domanda sul posto, sulle abitudini degli abitanti della zona, ci dice che solitamente è un posto abbastanza tranquillo, la sera la sua pizzeria è luogo di ritrovo per molti ragazzi, che gli piacerebbe ingrandire un po il locale per mettere dei tavolini per ospitare i giovani che la sera si ritrovano li fuori, ma purtroppo non c’è modo di ingrandire la sua pizzeria al taglio vista la ridotta porzione di marciapiede antistante il suo negozio.
La zona seppur non molto centrale offre vari servizi pubblici come farmacie, pizzerie, bar, parrucchieri e addirittura un centro benessere (che possiamo osservare dalla foto indicante l’ovest). Il quartiere purtroppo, come gran parte di Roma, non offre spazi verdi, ma il proprietario del locale ci spiega che è stata inviata una richiesta al Comune per creare un piccolo giardino per i bambini.
Finito di mangiare, dopo aver salutato il proprietario della pizzeria e averlo ringraziato, torniamo indietro rielaborando le informazioni raccolte.

Deriva01 • Libralato, Milano, Pallante




Come richiesto nella deriva ci siamo incontrati tutti e tre in Largo Argentina, dopo di che abbiamo tirato a sorte per scegliere il lato della piazza. Una volta decisa la direzione abbiamo individuato la persona da seguire e abbiamo cominciato il pedinamento.
La prima “vittima” era una signora anziana, viste le buste della spesa che portava avevamo supposto che si trovasse vicino la propria abitazione invece, con nostro stupore, ci ha fatto camminare parecchio, nel tragitto era molto sicura, questo ci ha fatto pensare che conoscesse bene la zona e soprattutto che sapeva bene dove era diretta. Dopo aver camminato per un lungo tratto siamo approdati in piazza di San Bartolomeo all’Isola, dove la signora è entrata in chiesa e per rispetto al luogo sacro abbiamo deciso di interrompere lì il pedinamento dell’anziana signora e di seguire un’altra persona. La nuova “vittima” era un giovane alto, magro e ben vestito, probabilmente un turista poiché aveva con se uno zaino abbastanza pieno e una cartina di Roma. Il ragazzo camminando a passo veloce ci ha fatto arrivare in piazza Mastai, dove si è seduto ed è rimasto per un po di tempo guardandoci insospettito, a quel punto visto che non si decideva ad alzarsi abbiamo pensato di seguire un’altra persona. Da lì la nostra nuova persona da seguire è diventata una donna sulla quarantina anche lei con un po di buste che ci hanno fatto di conseguenza dedurre che la donna conoscesse la zona e che soprattutto non fosse distante dalla propria abitazione. Abbiamo seguito la donna quando ad un tratto, del tutto sorpresi, ci siamo ritrovati sotto casa dello zio di una delle componenti del nostro gruppo, Martina Milano, la quale, essendo stata in quel luogo solo una volta non ricordava come ci si arrivasse. La donna ha proseguito in via dei Genovesi dove è entrata in un’alimentari e ha preso una confezione di uova e della pancetta, per un’ipotetica carbonara. Usciti dall’alimentari la donna ha fatto pochi metri ed è entrata in un portone probabilmente di casa sua e lì abbiamo deciso di tornare indietro visto che il tempo era scaduto.

Percorso:
partenza da Largo Torre Argentina, dritti verso piazza dell’Enciclopedia Italiana, traversiamo verso via Paganica e arriviamo in piazza Mattei, seguitiamo in via delle Reginette fino ad incrociare via del Portico d’Ottavio, proseguiamo verso ponte Fabricio e successivamente verso ponte Cestio, svoltando a destra seguendo il Lungotevere degli Anguillara, al semaforo giriamo a sinistra in direzione piazza Sidney Sonnino fino ad arrivare in piazza Mastai, proseguiamo in via della Luce e svoltiamo a destra in via dei Tabacchi, poi a sinistra in via Anicia e di nuovo a destra in via dei Genovesi.