mercoledì 7 maggio 2008

Deriva01 • longo, marvardi, migliore

Pedinamento: REDSCARF (sciarparossa)

Tutto iniziò, come programmato, da largo Argentina.
Mentre era in corso la scelta del punto da cui far iniziare il nostro percorso ci accorgemmo immediatamente di una macchia rossa in movimento…era una, due, tre persone che avevano un unico comun denominatore: IL ROSSO, colore usato per sciarpe, abiti, scarpe e accessori.
Si trattava di una famiglia straniera costituita da madre, padre, figlia e da due uomini dai ruoli non ben definiti… La presunta omosessualità della coppia maschile si rivelò verificata notando che durante il tragitto i due tendevano a stare molto vicini tra di loro e talvolta azzardavano inequivocabili strette di mano.
Dopo una breve analisi delle persone che avevamo di fronte (giusto il tempo di una loro foto ricordo) iniziammo a seguirli. S’incamminarono lungo via delle botteghe oscure svoltando a destra per dirigersi alla zona turistica: altare della patria, musei capitolini e Colosseo.
Saliti senza indecisioni nella piazza che accoglie i musei capitolini, imitammo gli atteggiamenti del gruppo vittima e iniziammo a guardarci intorno scattando qualche foto



Nel frattempo ci chiedemmo di che nazionalità fossero.
Non erano i soliti turisti; avevano un abbigliamento serioso, un portamento elegante e soprattutto parlavano a voce bassa!!! Cercammo di sentire le loro parole per azzardare una possibile appartenenza geografica ma i loro suoni emessi erano impercettibili anche ad una distanza di pochi metri, tanta fu la nostra voglia di approfondire la loro conoscenza che ci spingemmo addirittura a sfiorarli!!!
A questo punto il gruppo si prese una breve pausa in un giardinetto adiacente alla piazza sopraelevata e ne approfittammo per distoglierli per pochi minuti lo sguardo: chi si sollazzava con i piccioni.



Chi rifletteva sulla storia da inventarci per il gruppo cavia e chi, invece, gettava lo sguardo su un gruppo di turisti stranieri provenienti dal nord Europa, e si sa, le bionde svedesi sono le bionde svedesi!!!!!!
Ripreso il controllo della situazione e calmati i bollenti spiriti con una doccia fredda mentale, continuammo a pedinare i malcapitati che si fermarono ad ammirare lo spettacolo su una terrazza che permetteva di ammirare le rovine poste dietro l’altare della patria, e qui il loro rullino, o meglio, la loro memoria si esaurì per quante foto scattarono.
Il loro percorso iniziò a farsi incerto. Per un paio di volte tornarono verso la piazza dei musei capitolini per poi giungere in via dei fori imperiali ammirando la vista della terrazza nella quale surriscaldarono le loro macchinette digitali.



Percorrendo il lungo marciapiede notammo che il loro fare era molto disinvolto, non prestavano attenzione alle volgari bancarelle che cercano di vendere inutili souvenir: erano proprio dei turisti di un altro livello, sebbene non conoscessero la città avevano la situazione sottocontrollo finché non ci fu un colpo di scena: una grande caduta di stile della donna!!! Il tale vestito da gladiatore che per pochi spicci elemosina una fotografia riesce a persuadere la donna che si lascia ritrarre dal marito in una posa che di fine ed elegante ha veramente poco.
Il percorso verso l’ignoto sembra proseguire quando ad un tratto il gruppo decide di entrare nelle rovine e lì pensiamo di abbandonarlo.
Le persone che per circa un’ora ci avevamo condotto verso una Roma turistica ma raffinata non erano più tra noi, sebbene ancora in vita non era più un nostro problema dove andassero e che cosa essi facessero.
I minuti di lacerante solitudine dovuti alla perdita delle nostre vittime svanirono non appena vedemmo una coppia di ragazze asiatiche dall’età ignota ma vicina ai venti anni.
Le seguimmo per il tempo che ci rimaneva: 10 minuti.
Arrivati al Colosseo le abbandonammo e iniziammo il tragitto a ritroso per scattare le foto ai punti salienti del nostro breve ma intenso viaggio.



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