Stazione metro Piramide
Luogo da raggiungere: Ostia
Decidiamo “saggiamente” di partire di domenica mattina, quindi ci troviamo circondate da orde di turisti e romani in tenuta da spiaggia.
Ingenuamente non ci eravamo preparate all’impatto con un clima così estivo, infatti eravamo totalmente vestite al contrario delle persone intorno a noi.
Dopo aver superato il trauma del “potevamo portarci il costume e invece…” abbiamo preso il trenino in direzione Ostia, prima fermata San Paolo.
Scendiamo e ci avviamo verso la Basilica.
Marta decide di staccare un cartello pubblicitario come atto vandalico che testimoniasse la nostra presenza lì.
Scattiamo qualche foto e facciamo un filmino ad un gruppo scout intenti a gustare i loro panini nel parco.
Riprendiamo il trenino, dopo aver corrotto un funzionario della metro affinché non ci facesse pagare nuovamente il biglietto.
Durante il tragitto chiacchieriamo e ci guardiamo intorno in attesa della prossima fermata: Acilia.
Arrivate ad Acilia scendiamo e ci colpisce subito l’atmosfera silenziosa e poco cittadina accentuata dal fatto che sono le 14.30 di domenica.
Usciamo dalla stazione e attraversiamo la strada cercando di non essere investite, arriviamo in una piazza vuota cercando un bar dove poter prendere una bottiglietta d’acqua; purtroppo non siamo riuscite a trovarne uno.
Ci colpisce come ad una distanza di soli 10 minuti di treno si possano vedere due posti così diversi dal punto di vista architettonico e urbanistico.
Mentre San Paolo è una zona attiva di Roma, intrisa di vita cittadina, vista anche la presenza dell’università e di locali, Acilia invece è un posto difficilmente associabile ad una grande città, pure essendone diventata parte, intorno a noi vediamo poche abitazioni e molti spazi non utilizzati.
Fotografiamo quello che vediamo, tra cui delle curiose panchine che ci fanno riflettere sul fatto che molto spesso, per fare economia nelle zone meno ricche della città, si inseriscono elementi di arredamento urbano di dubbio gusto.
Raccogliamo come prova della nostra presenza una pigna ed un sasso.
Andiamo via da Acilia con l’amarezza di aver riscontrato l’esistenza di un’ennesima zona di Roma che potrebbe essere valorizzata e sfruttata per le sua posizione vantaggiosa , perché punto di contatto tra la città e il mare facilmente raggiungibile, e che invece risulta abbandonata a se stessa e poco curata.
Riprendiamo il trenino e raggiungiamo il capolinea: Cristoforo Colombo.
Scendiamo in quello che è il luogo più frequentato proprio perché è il punto d’arrivo dei mezzi che portano ad Ostia.
Ci dirigiamo verso la spiaggia istintivamente, e ci mettiamo a scattare alcune foto ad un tranquillo pomeriggio di domenica in cui molte persone si rilassano prendendo il sole.
Ci fermiamo a mangiare qualcosa godendoci anche noi un po’ di aria marittima, e poi riprendiamo il nostro giro.
Anche qui ci colpisce come a poca distanza si possano trovare due luoghi vissuti così diversamente; mentre ad Acilia non siamo nemmeno riuscite a trovare un posto dove poter comprare una bottiglietta d’acqua, ad Ostia troviamo un sovraffollamento, soprattutto visto il punto di Ostia che si vede immediatamente scendendo alla fermata Cristoforo Colombo.
Al contrario di Acilia, ad Ostia troviamo una parte di Roma che sfrutta le sue potenzialità, forse non al meglio però abbastanza da offrire, a Romani e non, un mare facilmente raggiungibile e diverse possibilità di svago.
Decidiamo di tornare indietro, e ci concentriamo solamente sui filmini che dovevamo fare, con la sorpresa delle persone intorno a noi che non capiscono cosa stiamo facendo.
Filmiamo per 15 secondi ogni minuto da entrambi i lati del treno e ci ricordiamo di un’osservazione che aveva fatto il professore: osservare il panorama non dal finestrino ma attraverso l’obiettivo della macchinetta fotografica.
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