lunedì 19 maggio 2008

Deriva03 • Della Calce, Fabrizi, Kornblum

Eccoci al nostro appuntamento: siamo a Piramide Cestia, dove il via vai di gente tra metrò e stazione ci travolge. I trenini per Ostia Lido sembrano abbastanza puliti e non troppo affollati, tutto sommato il nostro viaggio sembrerà piacevole. Partiamo.



Prima fermata: Tor di Valle.
Scendiamo, la stazione è rialzata su una collinetta e ci dà buona visibilità della zona circostante; sembra abbastanza tranquilla, c’è molto verde, e qualche palazzo piuttosto recente. Una stazione dei pullman proprio sotto la stazione.

Procediamo in avanscoperta.
La stazione ha un aspetto molto trascurato, ci sono pullman, furgoni, furgoncini, cartoni, tavoli aperti a banchetto e numerose persone radunate. Probabilmente, abbiamo pensato, da lì partivano i pullman per i paesi dell’est e lì si radunavano i viaggiatori portando scorte e acquistando il necessario per il viaggio.

Superiamo la stazione e troviamo una zona borghese: piena di centri commerciali, parcheggi, campi sportivi, zone verdi, scuole, qualche bancarella, negozi di vario tipo tra cui uno di arredamento. Ma voltato l’angolo per tornare in stazione rimaniamo a bocca aperta: una zona destinata al mercato, a giudicare dalle cassette di legno e la mondezza in terra.

Dei bambini che scorrazzano tra l’ambiente squallido. Guardiamo bene e vediamo un piccolo insediamento rom.
La zona è in tutto e per tutto di media borghesia, eppure, a Tor di Valle, convivono cittadini benestanti con situazioni di degrado umano, come se nulla fosse.


Seconda fermata: Lido Nord.
“Questa è Ostia?” è la prima domanda sgomenta che Laura pone a Mattia e Daniele.
E’ cresciuta a Roma, eppure ad Ostia non c’è quasi mai stata. Ci dice che si aspettava una zona meno sviluppata, eppure Ostia si presenta in tutto e per tutto come una cittadina in ottime condizioni. L’urbanistica recente le garantisce una qualità di servizi che difficilmente si può trovare a Roma. Numerosi negozi, strade ampie, la stazione della metro, scuole, giardini con tanto di giostre per i bambini.

Non dovrebbe essere male vivere a Lido Nord. Ma d’inverno riuscirà ad essere altrettanto interessante o si spegnerà come molte zone di mare? Ma ora non c’importa, ci godiamo il pomeriggio assolato, prendiamo un caffè, un gelato e continuiamo il nostro viaggio.

Terza fermata: Cristoforo Colombo.
Ci incamminiamo sulla lunga strada che costeggia il mare. Il panorama è immobile, orizzontale, il sole splende alto, respiriamo l’aria salmastra e camminiamo sull’asfalto sporco di sabbia. Cerchiamo disperatamente di scorgere il mare, superando uno stabilimento dietro l’altro, alla ricerca di una spiaggia libera o anche solo di una fetta di costa da goderci come panorama.

Percepiamo che è chiaramente lì, dietro le mastodontiche costruzioni degli stabilimenti, che gelosamente si contendono la spiaggia creando una muraglia all’esterno. Camminiamo ancora, coi nostri zaini in spalla e la consapevolezza che siamo lì, a pochi metri dal mare. Ci rammarichiamo per non aver portato con noi il costume.
Sembra un viaggio on the road, ma Cristoforo Colombo si rivela una meta che non cede soddisfazioni ai nostri eroi, solo una lenta e sofferente ricerca. Torniamo a prendere il treno, stanchi ed un po’ amareggiati.

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