mercoledì 14 maggio 2008

Deriva03 • Longo, Marvardi, Migliore

Giovedì 8 Maggio
Cronache di un viaggio

Radunatici a porta maggiore ci informiamo subito se i nostri abbonamenti vadano bene per prendere il treno per Pantano; confortati dalle notizie: che non avremmo dovuto spendere altri soldi (questo viaggio inizia nel migliore dei modi) e che i treni si susseguono molto rapidamente, decidiamo di salire sul primo treno…DESTINAZIONE TOGLIATTI!

Arrivati a Togliatti notiamo subito un gran traffico per le strade; abituati alla nostra piccola città (Latina) questo quartiere ci appare come un luogo di passaggio; decidiamo di fare passeggiata verso il luogo meno trafficato: una pista ciclabile che passa in mezzo ad un parco. Questa pista taglia in tutti i sensi il parco, costituito non da erba normale, ma geneticamente modificata talmente è alta, dopo qualche metro passati in mezzo al ‘bosco’ ci viene la brillante idea di prendere il ciocco d’erba, il più alto (decisamente più alto di noi tre); proseguendo notammo con stupore la presenza di giardinieri nel tentativo di ‘bonificare’ l’area. Continuando la nostra escursione ci accorgiamo che la nostra idea di base (ovvero di un quartiere fantasma) era sbagliata: un po’ per la presenza d’un acquedotto romano, un po’ per l’erba ora divenuta corta, grazie all’intervento dei giardinieri, ora il quartiere ci appare molto più accogliente, notiamo non più soltanto il gran traffico (dovuto anche all’ora) ma delle palazzine e villette; insomma ci troviamo in un quartiere residenziale di Roma e noi nemmeno ce ne eravamo accorti. A questo punto non ci resta altro che tornare alla fermata del treno per proseguire il nostro viaggio.
Torniamo indietro lungo la strada d’andata, arriviamo ad un passo dalla fermata, solo un semaforo ci divide, in lontananza vediamo il nostro treno in arrivo, iniziamo ad aver paura che il verde non scatti prima dell’arrivo del treno…il tempo scorre lentamente, c’è tensione nell’aria, il treno è sempre più vicino…così vicino che è arrivato ed è anche ripartito e noi lì a pochi metri impossibilitati a muoverci siamo costretti a vederlo andar via senza di noi…
Dopo una sosta (forzata) di circa 20 minuti (in cui inspiegabilmente sono passati ben 2 treni per la direzione opposta la nostra) arriva il nostro treno che ci porterà a Torrenova.



Durante il viaggio notiamo che da tram il treno si sta trasformando lentamente in metropolitana , nel senso che adesso il treno ci appare vada più veloce, la sua linea non si intreccia più con quella delle strade, non è più costretto a fermarsi ai semafori, anche le stazioni cambiano aspetto da semplici fermate diventano piccole stazioni; mentre notiamo tutto questo ci accorgiamo che siamo giunti alla fermata prestabilita.

Scendiamo e notiamo una bella stazione, tutta nuova, già ci immaginiamo in che bel posto siamo capitati (“che fortuna oggi, ci è andata veramente bene” disse il saggio Mattia).
Arrivati all’uscita della stazione abbiamo un dubbio… usciamo a destra o a sinistra? lasciamo decidere al fato…si ma come?! Semplice facciamo girare Luca ad occhi chiusi, quando si fermerà noi sapremo dove andare…idea geniale oserei dire…il fato ha deciso uscita lato destro.
Scesi le scale ci accorgiamo della grande strada che corre parallela ai binari, iniziamo ad incamminarci e continuiamo a non notare altro che traffico accompagnato da erbaccia (qui a Roma per caso c’è qualche pregiudizio nei confronti del prato all’inglese?!). Questa fermata ci delude, siamo stati trasportati dalla città alla periferia senza che ce ne fossimo accorti, a questo punto decidiamo di tornare in stazione e tutti tristi ci incamminiamo per le scale ed è proprio qui che notiamo il nostro treno che va via senza di noi… ci toccherà aspettare di nuovo.




Giunti a Pantano la prima cosa che notiamo (data anche la posizione d’altezza rispetto a ciò che ci circonda) sono i campi e le pecore (ma stiamo ancora a Roma?). Se prima ci trovavamo in periferia ora stiamo decisamente in campagna, infatti qui non si vedono macchine bensì trattori. Le poche abitazioni e persone che si incontrano non ispirano molta fiducia, la struttura più grande che notiamo è una pompa di benzinaio con un bar adiacente, qui Alessia decide di sperimentare un panino a suo rischio e pericolo...è buono, lo sperimento è andato a buon fine.
Dopo una piccola perlustrazione decidiamo di tornare alla stazione, salendo le scale (elettriche e per di più con accensione a fotocellula! Non se lo sarebbe aspettato nessuno) notiamo che per l’ennesima volta abbiamo perso il treno (unica grande costante di tutto il viaggio), questa volta siamo veramente amareggiati, siamo stanchi ed abbiamo un unico desiderio…tornare in un posto conosciuto, dove possiamo orientarci.



Preso il treno che ci riporta nel mondo conosciuto abbiamo iniziato a scattare foto come da consegna, purtroppo non le posso mettere qui altrimenti occupo tutto il blog.

Alessia Longo, Mattia Marvardi, Luca Migliore