impariamo a perderci • download prescrizioni
lunedì 12 maggio 2008
Mappa Mentale • Luca Martelli
Poi.. una foto e si risolve tutto.
Scattata molti mesi orsono, intorno a gennaio più o meno, sfogliando l'archivio mi è balzata subito all'occhio e mi sono detto: questa è la mia mappa.
L'interpretazione c'è, ma ci vuole un occhio attento per scovarla.
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Deriva03 • Martelli, Martelli, Matera
Flaminio - Due Ponti - Labaro - Sacrofano
E' un viaggio, una scampagnata programmata, una disattenzione.
E' un po' di tutto e niente.
Ci incontriamo tutti e tre a Flaminio intorno alle 10.15, convalidiamo l'abbonamento, saliamo sul treno e si parte.
Le fermate si susseguono rapide, il treno dovrebbe impiegare poco meno di mezz'ora a fare tutta la tratta prevista, se non fosse che dobbiamo usufruire di due treni, uno urbano, l'altro extra.
Lo scambio avverrà a Prima Porta e non dettaglieremo in alcun modo quella breve sosta, perché fuori dal programma della deriva.
La prima è Due Ponti, da noi rinominata "Du Cose".
Non c'è praticamente nulla se non qualche prefabbricato, un ponte, la ferrovia, due o tre case, una pista ciclabile.
Ci soffermiamo il giusto, guardiamo attorno, scattiamo qualche foto, i nostri stessi discorsi quasi alienano quel "loco" sperduto, anche se troppo vicino al centro di Roma. Onestamente io e mio fratello già non sappiamo più dove siamo finiti, Matera invece riesce ad orientarsi molto meglio di noi e ci racconta di sue escursioni in bici e poco altro.
Se immaginiamo Roma come il centro della cultura di un Impero, questo posto possiamo inquadrarlo come il suo ripostiglio, la discarica, il magazzino.
Poca roba, veramente poca roba.
Il treno seguente è a poco meno di 8 minuti, lo prendiamo al volo pur di scappare da qui.
Labaro, la città della.. di.. qualcosa.
Corre sopra il GRA, noi sotto allibiti da quanto si possa raccogliere in poco, palazzi che si susseguono e negozi, da ferramenta a rosticcerie ad un Hotel, il "4 Pini" (ci sono quattro pini davanti piantati, la fantasia che strani scherzi che fa, eh?).
Ma dove ci hanno mandato?
Mangiamo alla rosticceria: 5.50 euro di pizza con pomodoro a fette e mozzarella, buona per carità, ma sempre 5.50 euro.
Tentiamo anche di chiedere alla ferramenta se hanno il filo NiCr, ma quasi ci ridono in faccia.
Ma è così divertente?
Scattiamo anche qui varie foto e al nostro ritorno alla stazione ci sorprende un.. una.. diciamo un aneddoto, ma non mi sembra il contesto adatto a parlarne.
Possiamo accennare ad uno strano "inseguimento" ai nostri danni.
Rimontiamo e ci dirigiamo a Prima Porta, li scendiamo e aspettiamo la coincidenza dell'extra-urbano che ci condurrà alla meta agognata: Sacrofano.
Arriva puntuale, saliamo e subito ci tocca scendere.
Siamo sorpresi, per la seconda volta, incontriamo un altro Gruppo e ci scambiamo esperienze, racconti, facciamo due chiacchiere insomma e osserviamo cosa abbiamo attorno a noi.
Una stazione, grazie.
Una ferrovia, grazie.
Un bel po' di pini.
Una proprietà privata dalla quale ci teniamo alla lontana (sparano?).
Un ristorante in lontananza con parcheggiata al suo esterno una Ferrari 360, identificata dagli appassionati del Gruppo. Nera.
Un capo-stazione e qui stava per scattare la denuncia: abbiamo raccontato tutto il lavoro che dovevamo compiere e ci è stato detto che sarebbe stato doveroso chiedere prima l'autorizzazione alle Ferrovie dello Stato, per i problemi di terrorismo che oramai incombono. E' così gentile però che ci fa fare il nostro lavoro, come noi con dei video lo riprendiamo nel suo (i video non verranno postati per difficoltà di compresione dei dialoghi. Si, vabbè, mo si dice così..).
Addirittura c'è uno scambio vecchio tipo, fantastico, con la paletta rossa e bianca e il meccanismo a leva manuale.
Ok, siamo fuori dal mondo.
Non abbiamo visto passare un solo autobus e così decidiamo solo di perlustrare la zona.
Fotografiamo il bagno, un vecchio forno con rifiuti umani, scherzo, al suo interno e via così.
Ci scappa anche una bella foto ad una rosa, o presunta tale.
Il treno è in ritardo di 18 minuti, ci avevano avvertito di questo, lasciamo così questo luogo un po' Sacro e un po' Profano (questa era pessima, scusate) e torniamo indietro.
Qui termina la nostra narrazione, le foto a ripetizione sono allegate con dei pdf, c'è il file delle foto di destra e quello delle foto di sinistra, più un file che raccoglie tutte le foto in ordine delle tre stazioni.
Buona visione.
Fermate
Destra
Sinistra
Sono sprovvisto di uno spazio personale dove caricare i file, quindi dovete scaricarli per leggerli, se qualcuno ha un uno spazio che permetta di visualizzarli come file può cambiare il codice. Contatterò comunque il prof. per risolvere il problema.
Luca Martelli, Andrea Martelli, Andrea Matera
venerdì 9 maggio 2008
Deriva03 • Maioli, Mazzenga, Morbioli
Ci avviamo alle due fermate urbane: Due Ponti e Labaro. La prima ci si presenta divisa in due: da una parte troviamo le industrie, dall'altra il verde separate da una pista ciclabile.
La seconda fermata, Labaro, la troviamo spoglia e desolata. Poche case, pochi negozi e un tratto del Raccordo Anulare e un RastaMan che salta alla viste delle nostre magliette.
Da Labaro ci siamo diretti a Prima Porta per prendere l'extraurbano per arrivare a Sacrofano. Una volta arrivati ci siamo trovati nel Deserto dei Tartari, con le balle di fieno che ci rotolavano davanti...il che è tutto un dire! Eravamo affamati e stremati, e l'unico bar esistente nelle vicinanze diceva "Giovedì riposo settimanale"! Così aspettiamo 45 minuti il treno per tornare a Flaminio. Da qui partono gli scatti ogni 30 secondi…
giovedì 8 maggio 2008
Deriva03 • Macrì, Mancini, Marchetti, Macci
(il video è anche su youtube al link http://it.youtube.com/watch?v=I3-YISjpEto)
Appunti: via eleniana, sant'elena... e che è! il trenino l'abbiamo preso da porta maggiore dopo il colloquio con un pazzo (mentre silvia cerca invano alex a termini, poi fa amicizia con due conducenti dell'atac e alex intanto sta a casa che dorme). Sul treno c'è puzza di bruciato però è veloce (!) e arioso
fermata ALESSI?!!? AH PROF MA CHE CE L'HAI FATTO APPOSTA?
Scendiamo a balzani, che non esiste...e invece no! esiste..sono 2 le fermate per centocelle!
Mentre Silvia e elena si divertono a scaricare le batterie dell’unica digitale rimasta viva dato che l’altra non funziona più, si analizzano i cartelloni pubblicitari nelle vicinanze.
E pensare che se prendevamo la roma viterbo stavamo dietro casa d'Alessio, potevamo fasse il pranzo a casa sua..era così a portata di mano... (già già)
CENTOCELLE: sottopassaggio vietato! ancora un altro! attraversiamo le rotaie rischiando la vita attorno ci sono distese di campi, un edificio in costruzione, è impossibile uscire dalla stazione! troviamo un sottopassaggio aperto, e scopriamo il perchè del nome della stazione: è pieno di celle sottoterra! la stazione è zozza e puzza di evacuazioni umane.
elena : questo è un altro mondo!
Tutti i ragazzi hanno l'orecchino e le sopracciglia depilate per incattivire il viso (secondo silvia sono osservazioni dettate dai pregiudizi)
S.ANTONIO: abbiamo fame, chiediamo informazioni a 2 signore che dicono "se vai dritto e poi giri a sinistra c'è la piazzetta con la pizzeria che ha aperto er fijo de rosanna" (informazione successivamente confermata a silvia da una sua amica che frequenta quei posti).
Partita a calcetto, scuole, case piu carine, persone cordiali, no scritte sui muri, parchetto tenuto bene, banca, via degli orafi, gente acchittata inutilmente.
cerchiamo PIZZA IN PIAZZA
Intervallo con pizza tonda, pasta col pepe , finta allergia al pepe, sostituzione con lasagne, mottarello rotto e schifosamente giallo (elena non ha un buon rapporto col cibo)..si parla delle proprietà curative dell'oro, di come si rompono le chiusure centralizzate e probabilmente di altro.
GROTTE CELONI: E' UNA STAZIONE VERA!!!finalmente non siamo dispersi nel nulla, attorno alle rotaie c'è una costruzione!
Tutt’a un tratto ecco due perle di saggezza: "adoro bere, soprattutto quando ho sete" Elena e "taccuinotto non andare via" intonata da Alessio vedendo il taccuino spostarsi spinto dal vento.
siamo in una vera e propria periferia, la città adesso è cambiata, si notano molte più aree verdi e meno costruzioni rumorose.
Al ritorno assistiamo alla più bella telefonata d'amore della storia "PRONTO AMO'...STO A CASA!!( con il casino infernale del treno per sottofondo) SI SI STO A CASA, TU FA COME TE PARE, VA A RIMORCHIA'.. VA NDO TE PARE, PE' ME POI ANNA' PURE AFF######!
La giornata termina con alessio che legge "romana modernità" invece che "roma moderna" e elena capisce "romana maternità"... che siano effetti collaterali della deriva?
“Più ci allontanavamo più si percepiva il distacco dal centro, dalla roma conosciuta. A Sant'Antonio c'era più un’aria da paese che da città, a Grotte Celoni invece il centro abitato era proprio assente, per lasciare più spazio alle strade e agli esercizi commerciali.
Probabilmente la maggior parte delle brutte impressioni soprattutto a Centocelle sono state dettate dai pregiudizi che si hanno su quella zona. Perché , ad esempio, sul treno non c'erano soltanto loschi figuri con orecchini e sopracciglia depilate, ma anche anziani signori e signore che se ne stavano tranquilli e sorridenti chiacchierando tra loro, o mamme con i loro bambini..Di sicuro però non erano luoghi "accoglienti", anche solo per la difficoltà ad uscire dalla stazione..
Grotte Celoni è stata una bella sorpresa, ambiente tranquillo, gradevole e tante care persone.”
"Credo che non si possa "entrare" davvero in un quartiere, nelle sue modalità senza viverci per un pò di tempo. quello che possiamo riportare da questa "giornata-finestra" durante la quale ci siamo semplicemente affacciati su luoghi diversi è solo una prima impressione e delle constatazioni che risentono sicuramente dei nostri pre-giudizi su determinati quartieri.
La nostra prima tappa, Centocelle, ci ha fatto esprimere giudizi per lo più negativi, le scritte sui muri (che a pensarci si vedono ovunque) era come se fossero più volgari, le strade meno curate e i palazzi (forse unica cosa oggettiva) più sporchi,malandati. Non ci siamo addentrati nelle viuzze interne perché non vedevamo l’ora di andarcene da li (eccesso di "snobbismo"?! chissà).
La seconda tappa, S. Antonio, già ci è piaciuta di più, forse perchè eravamo entrati nello spirito della deriva, o forse semplicemente perchè si presentava ai nostri occhi un minimo più curata e perchè le persone a cui abbiamo chiesto indicazioni per una pizzeria (necessaria a quell'ora) si sono rivelate cortesi e ci hanno messo di buon umore. Le strade ci sembravano improvvisamente più curate, camminando per via degli orafi non guardavamo più le scritte sui muri ma le scuole, le piante e i parchetti con i bimbi che giocavano. Poi il gentile proprietario di "pizza in piazza" ci ha sfamati e a quel punto eravamo decisamente soddisfatti, anche se col cibo nello stomaco cominciavamo ad accusare i primi segni della stanchezza."
Alessandro Macci, Alessio Macrì, Elena Mancini, Silvia Marchetti
Intermezzo • Felicietti, Fusco
Conoscendoci meglio e parlando del nostro modo di vivere, e di vivere la città, oltre al nostro punto in comune, l’università, abbiamo entrambi la passione per l’arte contemporanea, ma con differenze di gusto date dai nostri stili di vita abbastanza opposti. Entrambi facciamo i camerieri. Fino a qui molti punti in comune, ma quando iniziamo a parlare di altro, di svago, iniziano le differenze esorbitanti.
-Maurizio: centri sociali, rave, manifestazioni, ecc..
-Carla: locali pubblici notturni, latino americano, ecc..
Adesso prendendo in esame i personaggi da noi seguiti ne deduciamo:
-Uomo medio: lavoro, famiglia
-Vecchiette: casa, giretto ricreativo, pensione
-Signora religiosa: chiesa, famiglia, lavoro
-Prete: chiesa
-Giovanni ca chitarra: libertà, musica
L’unico punto in comune fra noi e le persone da noi seguite, ed in un certo qual modo schematizzate, è l’importanza che diamo alla famiglia ed al lavoro, punti determinanti della nostra società e quindi anche del nostro modo di vivere la città. Ci muoviamo all’interno della società (città) pensando già ai nostri obiettivi (anche se diversi) alle nostre responsabilità e doveri, e quindi automaticamente siamo incapaci di “perderci”. L’unico vero “perso” è Giovanni, lui, nel suo dolore o sua felicità non ha mete, nè obblighi, nè doveri, ma semplicemente la voglia di vivere alla giornata senza troppi pensieri, e sempre con una canzone stonata in bocca. Quindi, per perdesi realmente, c’è bisogno di essere “emarginati”? Uscire completamente dalle impostazioni dateci dalla società?
Maurizio Fusco, Carla Felicietti
Deriva03 • Lillo, Luciani, Marinucci, Micheli
Ebbene si...siamo sopravvissuti...la nostra storia inizia in una mattina soleggiata...i nostri protagonisti si incontrano alla stazione Roma nord a Flaminio, prendono il treno urbano e dopo un attimo si ritrovano a grottarossa...ma cosa c'è a Grottarossa?...NULLA...da una parte la strada dall'altra il parcheggio...ma i nostri eroi trovano comunque qualcosa da fotografare
il resto delle foto ve le risparmio...
...dopo Grottarossa è arrivata La cesla....ma neanche questa volta i nostri eroi sono stati fortunati...la stazione è sullo stile della prima...
per arrivare a Sacrofano è stato necessario un cambio, scendere a prima porta e aspettare il treno extra-urbano....ed ecco...Sacrofano, mini stazione sperduta nella campagna romana con un capo stazione che ha preso in simpatia i protagonisti( prof. sa che per fare le foto bisognava chiedere un permesso? Abbiamo rischiato molto...)
...carina vero??? il ritorno è stato segnato dal 3..2..1..foto di un collega di un altro gruppo..eheh..le foto dei 30'' non le metto perchè occupano tutto il blog quindi vedremo in seguito...
Deriva01 • Galzio, Germino, Giannino
Corrado: Vincè, che ore sono?
Vincenzo: Le 5.30
Corrado: xxxxx muoviamoci che è tardi!
Non finisco di dire la frase che individuiamo subito 2 tizi che fanno al caso nostro: zaino e scarpe da ginnastica comode...
Non possono che essere due turisti. - Ci porteranno a fare un bel giro!
- FINALMENTE SI PARTE!
Ore 17.30 circa. Si parte.
I nostri uomini si dirigono verso l'incrocio di fronte alla Feltrinelli.
Lo attraversano ed ecco che si immettono in Corso Vittorio Emanuele.
Si fermano. - Ci hanno visti? No - Chiedono solo informazioni e proseguono.
(che spettacolo roma eh?!)
Arrivati in P.za S. Andrea vanno in Via del Rinascimento ed entrano in un internet point
C: Vincè, mi sa che abbiamo finito! Dobbiamo trovarne altri 2
V: No, aspettiamo, vediamo se fanno presto
Parole sante...non mi andava di cercarne altri 2, cominciavo ad affezionarmi.
V: Vedi?
Aveva ragione. Escono.
Un McDonald's. Si fermano ed entrano
Dopo 15 minuti circa escono, quasi non li vediamo.
Eccoli che si dirigono verso P.za S. Pantaleo
Fanno qualche foto alla statua di Marco Minghetti ed al Museo di Roma
Attraversano l'incrocio e si addentrano tra la folla in Via dei Balluardi.
Si fermano e cominciano a ridere (???)
Un fornaio? e che c'è da ridere?
Cominciano a scattare foto al fornaio... - che c'è da ridere cosi' tanto? ecco che c'è!
Un mortadellone di almeno 20kg!
C: xxxxx che fame Vincè!
Continuano ad osservare i prodotti tipici italiano e romani.
Basta foto! Si riparte diretti a campo de' fiori
Sosta sotto G. Bruono ad ascoltare un gruppo di musicisti che suonano Jazz in piazza.
Un giro molto rapido per la piazza e subito si dirigono nuovamente in Via dei Balluardi e sosta alla gelateria Blue Ice.
Col gelato in mano si rimettono in cammino verso P.za Navona
L'ingresso in piazza
Navona e' stato
emozionante sia per loro che per noi 3 che già l'avevamo vista più d'una volta.
La luce ha fatto molto, ma senza la sua architettura non sarebbe servita a niente.
difatti i nostri amici si fermano a commentarla ed ammirarla per qualche secondo.
Della musica attira la loro attenzione. Due musicisti da strada, con le loro fisarmoniche, stupiscono tutti. - Bravi davvero!
Continuiamo a seguirli.
A piazza delle 5 lune si fermano a chiedere informazioni ad un carabiniere che simpaticamente stava multando un ragazzino.
Non capiamo bene cio' che dicono ma pensiamo siano diretti verso il Pantheon.
Via S. Giovanna D'arco e poi Largo Giuseppe Toniolo.
Chiedono nuovamente informazioni al box della polizia municipale.
Stavolta riusciamo a sentire.
Sono diretti verso il Pantheon.
Prendono per P.za S. Luigi de Francesi, Via Giustiniani ed ecco spuntare tra i vicoli ed i palazzi romani la maestosa visione del Pantheon. - Non avevo mai visto in questo modo Roma!.
Entrano ad ammirare la bellezza della nostra storia millenaria.
Dopo aver scattato alcune foto escono.
Si siedono sotto il porticato e fumano del tabacco.
Dopo alcuni minuti si alzano, parlano, decidono quindi di sedersi al ristorante subito di fronte il Pantheon.
Decidiamo dunque che e' arrivato anche per noi il momento di tornare a casa, siamo abbastanza stanchi.
Pantheon, ore 21.11, Roma